Stanco di essere preso in giro dal tuo dipendente perennemante in malattia?
Sappi che anche se attestata dal certificato medico, la malattia falsa, simulata o inesistente del dipendente è causa di licenziamento.
Secondo infatti una recente sentenza della Cassazione (2024)
non importa tanto l’attestazione fatta dal medico curante (che può essere ingannato da simulazione)
quanto l’effettività della patologia.
La prima resta carta straccia se poi la realtà dei fatti è differente.
Secondo la pronuncia in commento, la risoluzione del rapporto di lavoro nei confronti di chi si sia procurato un certificato che dichiara una patologia in realtà inesistente è una sanzione più che legittima perché lede il rapporto di fiducia con l’azienda.
In termini pratici questo significa che il certificato medico, da solo, non basta ad attestare la malattia del lavoratore se ci sono elementi che provano lo stato di salute.
Elementi che non devono essere necessariamente basati su accertamenti sanitari contrari a quelli forniti dal dipendente, ma possono consistere anche su valutazioni di fatto come l’osservazione delle condotte poste in essere (la guida di un’auto, una passeggiata o un’ora di palestra, ecc.).
L’azienda, tramite un'attività investigativa, può dimostrare l’illecito comportamento del dipendente sulla base dell’osservazione di tutta una serie di azioni e movimenti incompatibili con la malattia da quest’ultimo dichiarato.
In questo caso scatta la cosiddetta “simulazione fraudolenta dello stato di malattia”
con conseguente licenziamento per Giusta Causa Art. 2119 c.c. (Servizio a cura dell'Agenzia C2 Indagini s.r.l.)
ESEMPIO DI INDAGINE
Un’azienda decise di rivolgersi al nostro Gruppo per chiarire la posizione di un dipendente che in due anni aveva fatto quattro incidenti stradali rimanendo a casa, per ogni uno di essi, diverse settimane. Il soggetto in questione era un giovane operaio il quale, al quarto incidente, aveva presentato un referto medico che lo esonerava dal lavoro per un paio di settimane a causa di un colpo di frusta ricevuto e di un dolore alla gamba. Il ragazzo fu quindi da noi osservato e atteso all’esterno della ditta mandataria mentre questi si recò a ritirare dei documenti visibilmente zoppicante e con il collare al collo. L’indagine che ne seguì accertò come questo, poco dopo essere uscito dalla ditta, si tolse il collare e si recò immediatamente al mare dai propri genitori. Per qualche giorno il soggetto fu osservato in atteggiamenti che non riscontrarono nessuna apparente difficoltà fisica, fu infatti filmato mentre nuotava e anche a compiere tuffi da una scogliera. L’azienda mandataria, con il report dell’indagine e il video prodotto, fu in grado di licenziare l’operaio senza particolari difficoltà.